Proposta educativa

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Nell’asilo nido e nella casa dei bambini, il bambino respira una vita di pace perché sono eliminate le condizioni di repressione, oppressione, omologazione, di conformità ad un modello, di imposizione della volontà del più forte sul più debole, di esasperata competizione, di lotta per il possesso e si aprono le porte al rispetto, alla collaborazione, all’attività, al fare. Un’altra condizione nella quale si espande la vita dei bambini, accanto alla libertà e al costruire legami, è la pace, “mezzo e fine dell’educazione”. Ed allora si manifesta il “nuovo bambino” con i suoi caratteri psichici naturali: laborioso, riflessivo, autonomo, gioioso, disciplinato, amante dell’ordine, osservatore ed esploratore dell’ambiente, sereno, con fiducia in se stesso, competente.

Paola Trabalzini

Montessori Centenary Conference

Il bambino

In linea con i principi cardine della proposta educativa di Maria Montessori, il bambino, competente sin dalla nascita, deve essere lasciato libero di esplorare il mondo, perché è innato in lui un impulso che lo spinge verso l’apprendimento: è la curiosità del bambino il vero motore dell’apprendimento, se potrà̀ agire senza interferenze, egli sarà portato a sviluppare al massimo le sue capacità e a conquistare il mondo con la forza della sua intelligenza.

Il Girasole è organizzato in modo tale da suscitare interesse nei bambini e venire incontro al loro desiderio e bisogno di movimento, di scoperta e di esplorazione autonoma. Vari sono gli ambiti all’interno dei quali il bambino montessoriano si muove: ciò̀ che li accomuna tutti è l’apprendimento attraverso l’esperienza diretta, si impara facendo qualcosa, vivendo, sperimentando il mondo.

Educare e guidare i bambini nell’apprendimento significa sostenere non solo la loro parte cognitiva, ma anche gli aspetti emotivi e relazionali della vita e della crescita. È essenziale che il bambino possa “fare” con piacere e con successo, nessun apprendimento è possibile senza un clima positivo e incoraggiante, se manca la possibilità di scegliere, e per riuscirci occorrono oggetti reali e strumenti adatti, appositamente studiati e realizzati. Per esempio, i piccoli useranno una piccola brocca per versare acqua senza bagnare, pennelli diversi per dipingere o per incollare, posate di dimensioni ridotte, e così via.

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Il bambino come personalità importante in se stessa – e che ha bisogni diversi dall’adulto da soddisfare, per raggiungere le altissime finalità della vita – non fu mai considerato. Il bambino come uomo che lavora, come vittima che soffre, come compagno migliore di noi, che ci sostiene nel cammino della vita, è una figura ancora sconosciuta. Su di essa esiste una pagina bianca nella storia dell’umanità. È questa pagina bianca che noi vogliamo incominciare a riempire.

Maria Montessori

L'ambiente

La fiducia nell’interesse spontaneo del bambino, nel suo impulso naturale ad agire e conoscere è un presupposto indispensabile nella nostra scuola. Vediamo ogni bambino come è e non come vorremmo o come ci aspettiamo che sia.

È necessario dunque intervenire intenzionalmente sulla predisposizione e strutturazione dell’ambiente educativo, che deve essere scientificamente organizzato e preparato ad accogliere i bambini, sulla scelta e sull’utilizzo del materiale di sviluppo, sulla ridefinizione del ruolo e della funzione dell’educatore. Al centro del nostro pensiero e del nostro lavoro c’è il bambino: l’ambiente deve essere preparato dinamicamente seguendo i suoi bisogni, assecondando i periodi sensitivi.

Il materiale montessoriano è preparato in modo che alla fine del lavoro il bambino possa rendersi conto da solo se quello che ha fatto è giusto o sbagliato ed eventualmente autocorreggersi. 
In questo modo egli ha la soddisfazione delle proprie capacità, di sapere quello che fa, mentre perde la paura di sbagliare, la frustrazione, gli eventuali complessi di inferiorità e timidezza.
La Pace è imparare a stare insieme nel rispetto reciproco: rispetto per l’attività dell’altro, per il suo pensiero, i suoi tempi, il suo spazio, prendersi cura dell’altro e dell’ambiente in cui viviamo.
Nella scuola e in famiglia dobbiamo avere la possibilità di vivere esperienze significative di condivisione, collaborazione, cooperazione educativa, esperienze di vastità. Educare alla vastità amplia la nostra visione al mondo, dilata il pensiero ad intuire l’interdipendenza tra tutti gli esseri viventi. Solo offrendo una educazione di vastità che permetta a ciascuno di superare i propri egoismi, di uscire dall’isolamento dei limitanti e circoscritti interessi personali e di porsi nella prospettiva dell’umanità, della interrelazione e della cooperazione degli individui tra loro e con l’ambiente in cui vivono, sarà possibile il rinnovamento morale dell’uomo e il suo cammino verso la pace.

«Quelle nazioni che oggi vogliono la guerra, sono state capaci di valorizzare per i propri interessi i bambini e i giovani, di organizzarli socialmente, di farsene una forza attiva nella società. Una fatalità atroce che questa verità sia stata riconosciuta sino ad oggi soltanto dalle potenze che cercano la guerra. [...] Coloro che vogliono la guerra preparano la gioventù alla guerra; ma coloro che vogliono la pace hanno trascurato l’infanzia e la giovinezza, giacché non hanno saputo organizzarle per la pace. La pace è un principio pratico di umanità e di organizzazione sociale che si fonda sulla stessa natura dell’uomo. Essa non lo sottomette, ma lo esalta [...]. Questo principio deve condurre a realizzare la scienza della pace e l’educazione degli uomini per la pace»

Montessori, Educazione e pace.

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L’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze del bambino nell’ambiente.

Maria Montessori

La maestra

Alle maestre del Girasole è richiesta autocritica, autocontrollo, autodisciplina: un grosso lavoro su di sé per liberarsi dei condizionamenti ricevuti dal vecchio modello educativo. Un impegno tutt’altro che facile: per questo il personale educativo segue corsi di formazione e di aggiornamento e poi, attraverso il lavoro di gruppo a scuola con i colleghi, affina la modalità di osservazione dei singoli bambini e di conduzione dei gruppi. Lo stile educativo delle nostre insegnanti si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del bambino, di presa in carico del “suo mondo”, di rispetto dei suoi tempi, di lettura delle scoperte, di sostegno e incoraggiamento all’evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoli.

Nella nostra scuola non si utilizzano voti e giudizi, premi, ricatti, punizioni.

“Ma allora, come valutate il percorso di ogni bambino?”

Ci basiamo su un’osservazione continua con relative annotazioni dei punti di arrivo. Si dà valore ai risultati in fatto di ordine, indipendenza e concentrazione, che emergono gradualmente come frutto spontaneo in una collettività pacifica, diventata comunità. La soddisfazione e la gratificazione non dipendono dal giudizio dell’insegnante, ma il piacere e l’incoraggiamento vengono dal fare in prima persona, secondo i ritmi e le proprie capacità. Ogni bambino viene messo in condizioni di dare il meglio di sé in un clima rassicurante e stimolante al tempo stesso. L’aiuto spontaneo, l’apprezzamento del lavoro di un compagno, l’adesione alle richieste ragionevoli di un adulto, la capacità di opporsi a ordini ingiusti, di progettare e di realizzare insieme ad altri, l’aumento della concentrazione e della persistenza degli interessi sono tutti segnali positivi di uno stato crescente di quella che Maria Montessori chiamava “normalizzazione”: la progressiva liberazione da paure e da eventuali difficoltà nella relazione con gli altri.